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‘Una donna di nome Italia’ salva il ‘Monumento ai Caduti per l’Indipendenza. La città di Siena adotta l’opera

6 Ottobre 2022
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‘Una donna di nome Italia’ ha salvato il ‘Monumento ai Caduti per l’Indipendenza. Il progetto della Scuola Edile di Siena, con Comune di Siena, Fondazione Mps, il grande contributo dei cittadini e delle imprese, la supervisione della Soprintendenza, ha permesso la renaissance dell’opera di Tito Sarrocchi, 1879, nei giardini di San Prospero. La celebrazione del restauro della statua, testimonianza di un immaginario collettivo della comunità senese e della sua storia, ha sintetizzato una coincidenza di occasioni che fanno bene alla città.

 

La presentazione ha coinciso con l’epilogo di un impegnativo cantiere scuola organizzato dalla Scuola Edile, protratto da giugno a settembre 2022, con l’impiego di tre allieve guidate dall’ esperto restauratore Stefano Landi. Il pessimo stato di conservazione del monumento, segnato da differenti forme di degrado, ha imposto un efficiente lavoro, di alto valore scientifico, secondo le più avanzate tecniche e con l’impiego di materiali e strumenti all’avanguardia.

 

ll restauro del ‘Monumento ai Caduti per lʼIndipendenza’ ha concretizzato il tema della rigenerazione urbana con opere di manutenzione, restauro e recupero, traccia distintiva della Scuola Edile. La collaborazione con il Comune e la Fondazione Mps, la supervisione della Soprintendenza, ha assicurato la sinergia fra i grandi enti garanzia per la comunità. Fra i protagonisti, i cittadini e le imprese: hanno confermato il loro impegno per la tutela e valorizzazione del patrimonio della collettività.

«ll restauro del ‘Monumento ai Caduti per lʼIndipendenza’, coordinato dalla Scuola Edile di Siena – ha detto il presidente Giannetto Marchettini -, aggiunge un rilevante capitolo alla nostra strategia per sensibilizzare alla matura fruizione dei beni comuni. Il nostro progetto, espressione di cittadini e professionisti, associazionismo, tessuto e istituzioni, esprime la cifra distintiva della Scuola Edile, incontro fra le realtà per il restauro e valorizzazione del patrimonio storico artistico architettonico, identità collettiva del nostro Paese. Questo restauro stimola un importante indotto, apre nuove opportunità e, con un interessante proposta, diversifica i percorsi turistici e culturali di Siena».

 

 

«L’alto senso civico dei senesi – ha affermato il sindaco Luigi De Mossi – ancora una volta ha dimostrato di non perdersi, nonostante l’avanzare del tempo e il cambio generazionale. Il progetto di recupero ‘Una donna di nome Italia’, portato avanti con grande professionalità dalla Scuola Edile Senese, ha coinvolto istituzioni, imprese e cittadini. Parliamo di un momento dal profondo significato per la storia della città e del nostro Paese: il suo recupero ha un valore culturale per le attuali e future generazioni. La città si è mobilitata per rendere il giusto merito ai caduti senesi al tempo del Risorgimento, partecipando attivamente ed economicamente ai lavori di restauro». «Il progetto – come ha spiegato il vice sindaco Andrea Corsi, assessore ai lavori pubblici, viabilità, Nuove Opere, alla presentazione del Monumento restaurato – offre un modello per il nostro territorio, stimolo per altre esperienze. ‘Una Donna di nome Italia’ dimostra la grande sensibilità della collettività, la vocazione del Comune alla tutela del nostro patrimonio storico architettonico artistico che, testimonianza del nostro percorso, è una ricchezza da tutelare e valorizzare».

 

Il programma è stato selezionato dal bando ‘Let’s Art!’ di Fondazione Mps; copre il 50% del restauro; il resto è stato assicurato da Comune, Scuola Edile, cittadini con una campagna di raccolta fondi, imprese e sponsor tecnici.

 

«Il sostegno ai beni culturali è fra gli ambiti di intervento delle fondazioni, come la nostra che – ha osservato Carlo Rossi presidente Fondazione Mps – da sempre è fortemente coinvolta e impegnata nella valorizzazione del patrimonio artistico del territorio senese. L’avviso Let’s Art! ha fatto da leva per promuovere un processo di crescita e innovazione verso la trasformazione digitale, per attivare azioni di reperimento delle risorse da parte delle realtà culturali con i mezzi digitali. Le operazioni di raccolta fondi per il restauro del Monumento ai Caduti di Tito Sarrocchi rappresentano un esempio virtuoso di come sia stato interpretato Let’s Art: riappropriarsi di luoghi, monumenti, edifici simbolici per il territorio e la comunità sfruttando le piattaforme digitali. Si tratta non solo di un’operazione di restauro, ma anche di un’azione ricca di significato per la storia artistica della città di Siena e per valorizzare il senso di appartenenza dell’arte e della cultura ad una comunità che ne tramanda la memoria».

 

La collaborazione è andata oltre. «Per ‘Una donna di nome Italia’, il lavoro della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo – ha spiegato il soprintendente Gabriele Nannetti -, è consistito in particolare nella supervisione del progetto e delle fasi dellʼintervento, con assistenza e consigli tecnici. ‘Una donna di nome Italia’ è un esempio dei risultati positivi di una collaborazione virtuosa tra soggetti diversi, impegnati nel fine comune della tutela, valorizzazione del patrimonio storico e artistico».

 

«‘Una donna di nome Italia’, espressione di cittadini e professionisti, istituzioni, associazionismo, esprime la vocazione della Scuola Edile – ha testimoniato il Direttore Stefano Cerretani –: accompagna i suoi progetti formativi con attività di intervento sui beni della città di Siena e dei dintorni. Abbiamo l’occasione di lavorare per una comunità che collabora per valorizzare il patrimonio storico e artistico, preservandone i ruoli civico ed educativo. Il restauro ha attivato un importante indotto anche consentendo al monumento di entrare a pieno titolo nei percorsi turistici e culturali di Siena».

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