4.837 cantieri nell’ultimo anno con un incremento di oltre il 24,7% rispetto al 2021; è significativo che il maggior contributo, secondo i dati dell’osservatorio provinciale della Cassa Edile di Siena, arrivi dai lavori privati con un aumento del 27%. «Il settore delle costruzioni ha trainato negli ultimi due anni la nostra economia – afferma il presidente Ance Siena Giannetto Marchettini – con un grande contributo al reddito, al prodotto e al mercato del lavoro della provincia. Quelle imprese che, se messe in condizioni di operare possono fornire un apporto determinante alla crescita del 2023».
4578 i lavori privati nel 2022, erano stati 3607 l’anno precedente. 259 i cantieri pubblici nell’ultimo anno rispetto ai 268 del 2021. I numeri fanno comprendere il valore e il peso del settore delle costruzioni per la tenuta socio-economica della provincia come, del resto, nel Paese il comparto si conferma vitale. «Per questo emerge con ancora più forza – aggiunge Marchettini – la priorità di risolvere il problema della liquidità delle imprese e delle famiglie così da non vanificare lo sforzo per spingere l’economia».
Tanto più dopo che i pareri di Istat e Eurostat hanno definitivamente chiarito che, aggiunge Marchettini, «i crediti dai bonus edilizi sono già stati contabilizzati nel bilancio dello Stato e quindi, come sosteniamo, devono essere pagati subito alle famiglie e alle imprese dell’edilizia».
È in gioco il futuro del nostro mercato tanto maggiormente oggi con il peggioramento delle condizioni economiche. Il calo del potenziale di crescita, demografico ed economico, aggravato dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi dell’energia, trasforma radicalmente lo scenario e le condizioni abitative. Ad aggravare la stima in negativo si aggiunge il mancato decollo di alcune opere finanziate dal Pnrr: registra dei ritardi, complice anche l’aumento dei prezzi delle materie prime.
«È significativo che – conclude Marchettini – alla crescita del 27% dei lavori privati si contrapponga in provincia una diminuzione negli ultimi due anni del 3,4% dei cantieri pubblici: le tendenze dimostrano ritardi nei decolli delle opere anche finanziate dal Pnrr e la priorità di avviare le riforme strutturali di cui il territorio ha bisogno».